Il tepore di un abbraccio


Visitare un canile è un’esperienza forte, anche troppo. La gioia di sapere poi che a casa ti attendono due pelosetti felici, la rende ancora più struggente. La situazione ambivalente ha ispirato questo breve racconto.

È bello stringerti tra le mie braccia, dolce Arturo. Piccola nuvola di pelo grigio, scaldi le mie membra in questi primi freddi autunnali. Coccolato dal tepore del mio abbraccio, anche tu sonnecchi rilassato ma sempre con orecchie vigili. All’improvviso ti alzi e rigido, con la coda ritta, punti il giardino. Qui, nella villa. Un visitatore sconosciuto si è avvicinato alla recinzione per sbirciare. Salti, corri, abbai e ti avventi contro la rete scodinzolando per l’inaspettata sorpresa. In quel buco, che a fatica sei riuscito a ricavare tra le maglie di metallo, infili il muso per guadagnarti anche una sola carezza. Mi dispiace piccola nuvola di pelo bianco. Per te oggi non ci sarà il tepore di alcun abbraccio, qui, al canile.


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